Nel mondo dello sport, soprattutto in discipline come la pallavolo, la coesione di squadra è spesso il segreto del successo. Un elemento cruciale per sviluppare questo legame è il team building, un processo che mira a potenziare la collaborazione e la fiducia reciproca tra i membri della squadra. Nella pallavolo, questo approccio non solo migliora le performance sul campo, ma crea anche un ambiente di sostegno e solidarietà che va oltre il risultato finale.
Per questo, come staff riteniamo fondamentale ritagliare dei momenti per questo tipo di attività, su cui continueremo a lavorare e a cui vogliamo attribuire un ruolo di vetta nella progettazione tecnica anche della prossima stagione.
Un’attività di team building che risulta essere estremamente efficace nel contesto della pallavolo è il gioco del nodo. Questo gioco coinvolge le giocatrici nell'intrecciare i loro corpi insieme creando un nodo umano, che deve poi essere sciolto senza rompere alcun contatto. Questo esercizio non solo richiede coordinazione e comunicazione, ma incoraggia anche la fiducia reciproca e il senso di responsabilità verso le proprie compagne di squadra. Affrontare insieme una sfida fisica e mentale rafforza i legami e promuove un atteggiamento di collaborazione e supporto reciproco.
Nello scenario del nostro pomeriggio di team building, lo staff under 12 ha deciso di iniziare proprio con questa attività, proseguendo poi con una pratica di condivisione delle singole difficoltà, di apertura emotiva e delle vulnerabilità tra i membri della squadra. Le nostre marzoline sono state incoraggiate a esprimere le proprie sfide e preoccupazioni, avendo cura di creare uno spazio sicuro in cui potessero ricevere sostegno dalle altre. Questo non solo favorisce l'umiltà e la consapevolezza dei propri ‘punti di debolezza’, ma anche la volontà di ricevere e offrire aiuto. In una squadra di pallavolo, come in qualsiasi altro contesto, è fondamentale comprendere che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma piuttosto un passo verso il miglioramento individuale e collettivo e verso il rafforzamento di una dimensione a cui spesso viene dato poco valore: quella dell’intelligenza emotiva. Questa pratica non solo promuove l'empatia e la comprensione reciproca, ma consente anche alle giocatrici di affrontare le difficoltà insieme, anziché sentirsi isolate.
Le attività hanno portato dei frutti meravigliosi e in linea con l’obiettivo prefissato: costruire un ambiente inclusivo e empatico all'interno della squadra, dove le giocatrici si sentano libere di esprimere le proprie preoccupazioni e ricevere sostegno dalle compagne. Questo crea un clima di fiducia e solidarietà che si riverbera positivamente sulle prestazioni di squadra e sul benessere individuale.